La seriola di Rovato

Ricerca svolta dagli studenti della seconda professionale dell'istituto IPSIA Rovato durante le ore di approfondimento nell'anno 1995/96, in collaborazione con Lega Ambiente.

Parte Storica

  La seriola Fusia (o roggia Fusia), entra in Rovato dalla parte di Coccaglio, scorre per un chilometro fra gli orti che ne vengono irrigati, poi s'inoltra fra le case del paese attraversata da diversi ponticelli e punteggiata di vecchi lavatoi, costeggia gli edifici di via Rudone (fra cui la fabbrica di tessuti che utilizza il canale per lo scarico industriale) infine passando accanto ai due mulini in disuso arriva a Corso Bonomelli dove si interra. Prende il nome dal monte Fuso di Paratico, il primo monte che il corso del canale incontra subito dopo la deviazione dall'Oglio. Il canonico Racheli la chiama "benefattrice del paese" e scrive che ad essa "Rovato deve la sua vita e la sua ricchezza". Ha più di seicento anni.

La seriola di Rovato (che è una delle due diramazioni in cui la Fusia si divide) nasce infatti per iniziativa di Oldofredo Oldofredi, nobiluomo di Iseo, dedito al mestiere delle armi ma che evidentemente aveva a cuore anche il progresso agricolo della propria terra. Il primo acquisto di terreni fatto per la seriola di cui ci resta testimonianza risale al 9 novembre 1347; dall'atto notarile risulta che all'impresa sono associati (allora si diceva compartecipi) anche alcuni cittadini di Palazzolo (per 1/9) e Bonizzo Nozza di Chiari (per 5/9), questi sono interessati solo alla prima parte del canale, in quanto per Chiari passa l'altro braccio della Fusia. In acquisti successivi, che completano il letto del corso d'acqua, compare quindi il solo nome Oldofredi (nel frattempo al primo Oldofredo sono succeduti i figli). Terminate le trattative per la costruzione cominciano quelle (assai più intricate) per stabilire con quali modalità l'acqua della Fusia verrà pagata dagli utenti. Dapprima si tratta di un affitto di 300 planete annue che cumulativamente i proprietari dei campi toccati dalla Seriola pagano alla famiglia, ma contemporaneamente il municipio inizia il riscatto della Seriola rimborsando ai costruttori il prezzo di parte dei terreni.

A complicare le cose ci si mette di mezzo la storia: erano i tempi delle lotte fra le signorie e Rovato, fino ad allora sotto i Visconti di Milano, passa sotto il dominio del capitano di ventura Pandolfo Malatesta, nuovo signore di Brescia. Gli Oldofredi, fedeli dei Visconti, vengono privati delle loro proprietà e il Malatesta nel 1413 vende ai cittadini di Rovato la quarta parte della Seriola (cioè il tratto che attraversava il comune). Ma quando le truppe viscontee riconquistano il paese il contratto viene dichiarato nullo.

Quindici anni dopo la faccenda si ripete: questa volta il nuovo padrone è la Serenissima che concede il canale in "privilegio" ai Rovatesi. Intorno al 1440 però gli Oldofredi si riconciliano col governo della repubblica veneziana e ottengono la restituzione degli averi che erano stati confiscati. E da loro che infine Rovato acquista (per la terza volta e definitivamente) la seriola.

Sulle vicende successive abbiamo parecchie testimonianze giudiziarie: le liti intorno alla Seriola sono state (per fortuna degli storici) innumerevoli e di varia natura. Per esempio sappiamo che lungo il canale navigavano delle imbarcazioni (forse chiatte o barconi per il trasporto di merci) perché nel 1460 il Podestà di Brescia emette il divieto di navigare la Seriola senza il consenso dei tre Comuni interessati (Rovato, Chiari, Palazzolo). Inoltre c'erano tariffe differenziate per l'uso irriguo dell'acqua se l'utente era di antica famiglia rovatese (e quindi partecipava ai privilegi del comune medievale) o no; di qui innumerevoli contestazioni e interpellanze e ricerche catastali per essere riconosciuti "originari". Nell'Ottocento viene ordinata un'ispezione accurata del letto del canale per individuare le bocchette abusive di quei proprietari che volevano evitare del tutto la spesa, erano numerosi e furono debitamente multati. Poi, come nella favola di Fedro (superior stabat lupus), non sempre i rovatesi approvavano le decisioni che i loro soci degli altri comuni a monte prendevano riguardo alla Fusia (chiuse e deviazioni potevano alterare la portata dell'acqua). Tutto questo dimostra quanti interessi ruotassero intorno al canale, di fondamentale importanza per l'agricoltura della regione.

BIBLIOGRAFIA

RACHELI, Storia di Rovato dalle origini fino al nostro secolo, Bornato, Sardini, 1894 (II 1978)

P.GUERRINI, Pagine sparse, Brescia, Edizioni del Moretto, (II)1986

G.CALDERA, Lo scartafaccio del notaio, in " "

Fotocopie di documenti dell'Archivio Comunale di Rovato per cortesia della Biblioteca comunale "C.Cantù", Rovato

 

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